Adam parcheggiò malamente sul
vialetto di casa, si mise le fondine, controllò per l'ultima volta le pistole e
le munizioni. Si riempì le tasche di proiettili.
Prima di togliere le sicure alla
macchina controllò la strada, notò in lontananza un gruppetto di invasati
seduti a pasteggiare su un corpo che già si scuoteva per unirsi ai loro ranghi.
A vederli erano in uno stato pietoso: l'unica donna del gruppo aveva la
camicetta strappata, mostrava i seni nudi e l'addome spalancato in una tremenda
ferita, gli intestini penzolavano strappati e mangiati, i quattro uomini erano
emaciati, ampie porzioni di carne mancavano dalle gole e dalle braccia, uno di
loro mancava della guancia sinistra; tutti presentavano ferite d'armi, fossero
da taglio, da fuoco o da botta.
Adam aprì cautamente la portiera,
la chiuse facendo meno rumore possibile, si diresse in punta di piedi alla
porta di casa sua. Bussò una volta e dopo una pausa tre di fila, aprì con la
chiave e poi si chiuse dentro. Assicurò il chiavistello, chiuse a tripla
mandata la porta.
Non chiamò a gran voce la moglie,
iniziò a perlustrare le stanze. Trovò Eva in cucina che stava cercando di
chiudere la finestra sopra il lavabo. Con uno schiocco del legno riuscì a
chiuderla rompendela, ora neppure volendo si sarebbe potuto riaprirla.
Si videro, lei corse incontro a
lui. Si abbracciarono con un cameratismo fraterno, si misero a sedere in
cucina.
<< I ragazzi sono a
scuola?>>
<< Esatto. Sono partiti
poco dopo di te, probabilmente sono in pericolo.>>
<< Spero quella stupida
d'Irina non faccia stupidaggini.>>
<<Compagno Adam*, non mi
pare il momento.>>
<<Insomma! Lo sai che ero
contrario alla sua promozione ad agente sul campo in territorio straniero:
tende ad esagerare, a regger male botta.>>
Si guardarono per un secondo,si
strinsero la mano affettuosamente: se anche il matrimonio che li legava era una
menzogna, era evidente che li univa qualcosa di diverso che il cameratismo
semplice o l'amor patrio.
****
<< Ehi Tim.>>
<<Si Roy?>>
La lezione di matematica
procedeva mesta, tristemente. L'insegnante non sapeva granché come spiegarsi e
forse non conosceva neppure così bene la materia. Pareva avesse un gran mal di
testa, cambiava spesso tono, alzava e abbassava la voce.
<< Devo farti vedere una
cosa. Un segreto.>>
<<Adoro i segreti.>>
Non ci volle molto prima che i
due ragazzi chiedessero in tempi non sospetti d'andare al bagno e uscissero
dall'aula. La maestra li lasciò uscire per poi tornare ondeggiando stancamente
alla cattedra, si tocco ambo le orecchie.
I due ragazzi corsero
ridacchiando verso i bagni, imitando prima uno e poi l'altro i modi da ubriachi
della povera donna che stancamente cercava di fargli imparare qualcosa. Giunti
al bagno, entrambi controllarono non ci fosse nessuno oltre a loro, Roy arrivò
persino a controllare sdraiandosi sul pavimento. Soltanto dopo estrasse dalla
tasca un fazzoletto.
<< Sai, ieri notte...qualcosa è caduto vicino il ranch dei
miei nonni.>>
<<Ma dai! Non mi verrai a
dire che dopo quello che è successo un mese fa è successo di nuovo.>>
rispose all'amico Tim, mettendosi a ridacchiare, senza alzare troppo la voce:
non voleva certo che lo scoprissero nei bagni.
<< Te lo giuro, non ti dico
bugie! Il casino dei Foster è un'altra cosa!>>
Ci volle un poco prima che il
ragazzino riuscisse ad aprire il nodo che aveva fatto al fazzoletto e lo
dispiegasse per poi mostrarne il contenuto: si tratta di un frammento di un
minerale, lucido e nero come l'ossidiana, ma estremamente poroso. A prima vista
pareva non pareva lavorato, ma appariva impossibile che non lo fosse: i vari
fori erano perfettamente romboidali, lavorati con una attenzione che non aveva
nulla di spontaneo e naturale.
<< Vicino a casa nostra si
è schiantato qualcosa: sono uscito di casa prima che mio nonno e mio padre,
fucili in pugno, arrivassero: c'era quel che rimaneva di un enorme pallone,
sai, come le mongolfiere, tutto strappato e stava andando a fuoco. Poi, in
mezzo ad un piccolo cratere, c'erano vari pezzi di metallo, alcuni lucidi e
altri scuri, tutti però anneriti.>>
Tim si rigirava il frammento fra
le mani: assomigliava per forma al dito di un guanto d'armatura, ma la
decorazione.
<< Sai a cosa assomiglia?
Quasi ad un microfono.>>
Dopo avergli raccomandato il
silenzio ed essere usciti, i due si diressero nuovamente verso la loro classe.
Erano giunti a neppure una ventina di metri che il brusio che animava la scuola
si trasformò in urla.
La porta della loro classe si
spalancò di botto, con fragore, il vetro si infranse. Un loro compagno di
classe, l'orecchio strappato a morsi e il corpo pieno di tagli era stato spinto
con violenza. Fecero per avvicinarsi, la loro insegnante saltò addosso al
ferito e iniziò a mordergli il braccio destro.
Roy rimase pietrificato, se la
fece addosso nei pantaloni, mentre Tim fece qualche passo indietro, il braccio
destro s'abbassò verso la scarpa, dovette inginocchiarsi.
Il loro compagno iniziò a
muoversi, tremare, la donna inclinò la testa, li guardò con sguardo vacuo: gli
iniziarono a sanguinare le orecchie. Fu questione di un attimo: la signora Stein spiccò un balzo e atterrò su
Roy, gli strappò la gola con un morso strattonando nel farlo come i cani quando
addentano una presa. Tim s'avvicinò e diede all'assassina un calcio violento al
costato che la fece infuriare. Si voltò quindi verso di lui, fece per
afferrarlo come fanno i giocatori di football, ma il ragazzo fu più veloce,
scartò di lato facendola cadere.
Fu subito sopra di lei, le
afferrò la testa facendo attenzione che non la mordesse, le ruppe il collo con
uno schiocco abominevole. Il suo amico si teneva la gola, il sangue usciva a
fiumi.
Troppo.
<< Aspetta, ora chiamo
aiuto.>> disse Tim all'altro ragazzo, iniziando ad urlare. Nessuno
accorse, solo grida d'agonia gli fecero eco. Dalla sua classe non veniva alcun
rumore, già tutti erano fuggiti dalla finestra dopo aver assistito al
cannibalico banchetto. Visto che nessuno stava giungendo ad aiutarlo, fece da
solo: prese il proprio fazzoletto e quello dell'amico, dopo averli annodati li usò come fasciatura
improvvisata per il collo. Il frammento di pietra cadde per terra.
Il corpo della insegnante non
voleva star fermo, nonostante il collo spezzato stava rialzandosi goffamente in
piedi, schioccava le mandibole come una belva feroce.
Tim osservò disgustato, sentì poi
un rumore alle sue spalle: l'altro ragazzo ferito si stava alzando e nonostante
non avesse più gola, un braccio a brandelli e un orecchio in meno, lo osservò
con ferocia inusitata. Il giovane agente sovietico scattò immediatamente, fuggì
con le ali ai piedi facendo cadere la sua insegnante per rallentare l'altro:
due si scontrarono, invece che inseguirlo iniziarono a divorare Roy.
La spia si diresse verso le
classi dei ragazzi più grandi, controllando la respirazione e il battito
cardiaco per poter mantenere il ritmo. Neppure s'era accorto d'aver afferrato
il frammento e di stringerlo in mano.
*Ebbene sì, il nome Adam (come anche Eva) sono identici anche in russo!
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