giovedì 16 febbraio 2012

NerDreamer

 Ed ecco il mio primo racconto, ambientato in parte in una città che amo e in parte nella città in cui vivo...che non sono la stessa città neanche a parlarne.
Spero possa piacervi. Diciamo che è una idea curiosa che mi è venuta in mente per caso.
Per chi se lo chiedesse, il disegno non è mio ma di un amico,Denny Minonne. E' probabile posti in seguito altre sue opere, oppure quelle di altri. 

"Attento a quel che desideri, potrebbe avverarsi"

O. Wilde

 
"Fino a qualche settimana fa ero un ragazzo normale, appena entrato in quinta superiore, al massimo litigavo con i miei compagni di classe e i miei genitori... ed eccomi adesso, in via Ricasoli a mezzanotte pochi secondi prima di un duello stile mezzogiorno di fuoco con un pistolero maledetto, adoratore per giunta dei Grandi Antichi.
...
Forse è il caso d'iniziare dal principio però."

Prologo

Roma, la città eterna.
Gli ultimi giorni d'agosto sono stati uggiosi e piovosi, quasi l'estate stesse piangendo le sue ultime lacrime prima del sopraggiungere dell'autunno.
Il ponte di Vittorio Emanuele II era immerso nel silenzio notturno, poche automobili e ancor meno pedoni lo attraversavano.
A ben vedere solo una ragazza s'incamminava verso casa passando accanto alle statue sul ponte, infervorata e impaziente: capelli e pelle d'ebano, denti di un bianco splendente, occhi vivaci ma duri.
<< Mamma, sono io. La Mondadori ha accettato! Il mio libro sarà pubblicato. >>
La felicità nelle sue parole faceva da contrasto la tristezza negli occhi dell'unica altra persona sul ponte.
Il ragazzo emise un sospiro pesante, alzando gli occhi verso Castel Sant'Angelo, quasi a chiedere perdono per i peccati commessi.
<<... la sospetta? Allora?>>
La voce nel suo auricolare, maschile e come sempre spazientita, lo fece trasalire un momento. Diede un morso al panino che aveva nella destra, rispose dopo averlo inghiottito.
<< La ragazza è davanti a me. La casa editrice gli stamperà il libro.>>
Una terza voce parlò via radio, femminile ma quasi atona.
<< Dobbiamo essere sicuri. Secondo te è davvero quello che temiamo, Mirror?>>
Il ragazzo rimase di nuovo in silenzio, uso il tamburellare dell'altro impaziente.
<< Lo è, fuori da ogni dubbio. Voi non siete qui, ma ha proprio quel carisma che ci ha detto di controllare come ultima prova.>>
Una risata all'auricolare fece rabbrividire di disgusto Mirror.
<< Tocca a me adesso. Puoi anche andartene. >> disse la voce maschile, derisoria e cattiva nel senso più abietto del termine.
Il ragazzo sembrò quasi sputare le parole.
<< Colonnello, dovresti smettere di eccitarti con queste cose: come diavolo fa a piacerti...tutto questo?!>>
L'altro rispose subito.
<< Si tratta di salvare l'uomo da se stesso no? E non sono certo un rammollito come te.>>
<< State calmi... bambini.>> disse la voce femminile alzando il tono prima che la discussione, come sempre, degenerasse.
Entrambi rimasero in silenzio, lei continuò.
<< Mirror, adesso puoi sganciarti. Colonnello, ora tocca a te. E per favore, qualcosa che non finisca per settimane sui telegiornali nazionali sarebbe cosa gradita.>>
Il sospiro dell'uomo parve un cenno d'assenso, il ragazzo si tolse l'auricolare spegnendolo, Oracolo tornò a hackerare i server della Mondadori. Fece qualche passo, ma si fermo sotto una delle statue in attesa, quasi fosse suo dovere.
Il Colonnello staccò la comunicazione, chiuse il portatile. Fece un cenno del capo al suo secondo che immediatamente mise mano a un’antiquata radio a manovella come quelle della Grande Guerra.
La ragazza era ancora persa nella conversazione con la madre, al cellulare, quando sentì delle risate sgradevoli e un rumore di metallo raggelante.
Dietro di lei, quasi apparsi dal nulla, c'erano cinque skinhead addobbati in modo grottesco: uno portava una maschera antigas, un altro l'elmetto, un terzo giocherellava con un manganello a molla, gli altri impugnavano sinistramente mazze e spranghe.
La ragazza iniziò ad accelerare il passo, timorosa di farsi vedere spaventata, ma terrorizzata da ciò che potevano fargli il quintetto.
Quasi non fece caso ai tre che stavano venendole incontro: uno con la bombetta calcata sulla testa, uno con i pantaloni alla zuava, tutti con tatuati sul collo la coppia di S che aveva terrorizzato il mondo.
La afferrarono, la schernirono e insultarono, iniziarono a giocare con lei.
Fece resistenza, provò a divincolarsi e questo non fece altro che aizzarli ancora di più. Cadde a terra, sbattuta contro l'asfalto del ponte, la presero a calci nello stomaco e il costato. Quello con la maschera antigas si abbassò.
Afferratele la testa per i capelli le sussurrò qualcosa: da lì a poco, il rumore delle ossa rotte e delle grida di dolore fu l'unico a sentirsi sul ponte di Vittorio Emanuele II.
Mirror provò a tenere lo sguardo sulla scena ma, nonostante l'avesse già vista più volte, non riuscì a resistere.
La pioggia cominciò a cadere nuovamente su Roma, una goccia colpì una statua, come una lacrima dall'occhio scese sulla guancia di una delle Vittorie che immota assisteva all'omicidio di una povera ragazza.

4 commenti:

  1. Letto questo primo capitolo! Quanto prima recupererò anche gli altri ;)
    Allora, non male, di certo lascia con la curiosità di saperne di più su Mirror, capire perché ha a che fare con questa gente e perché è stato necessario uccidere la ragazza.
    Secondo me, bisognerebbe sistemare un po' la forma e la punteggiatura. C'è qualche svista - come questa: << La ragazza è davanti a me. La casa editrice gli stamperà il libro.>> - e qualche verbo al passato remoto senza accento. Ma sono piccolezze ;)
    L'unica cosa un po' più "grave" - IMHO - è il fatto che il punto di vista è ballerino: passa da Mirror al Colonnello alla ragazza e la cosa confonde, specie nei momenti di azione. Perlomeno, confonde me: mi piace stare nella testa di un solo personaggio per volta. E' anche un modo per poterlo conoscere e quindi amarlo oppure odiarlo, a seconda dei casi.
    Bon, adesso smetto di fare la maestrina ^^
    Alla prossima!
    (PS: questa sera è stata un'impresa commentare qui su blogspot =_=)

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  2. Innanzitutto grazie del commento, scusa se arriva così tardi (maledetti esami universitari <.<.)

    Per quanto riguarda gli Orrori ortografici, maledetta la apple e word (e la mia pigrizia nel non stampare e ricontrollare ciò che scrivo, ma facciamo finta di niente :P)

    Questo primo capitolo cerca di confondere, quindi se davvero è di difficile comprensione come mi dici, dovrò riscriverlo sicuramente! Ma era già mia intenzione rimettere in riga parte delle scritto una volta ultimato!

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  3. Eccomi qui, sbarco sul tuo blog incuriosita dalla tua presentazione sul mio blog e dal tuo profilo blogger.
    Il mio giudizio su questo primo capitolo è positivo.
    A me piace molto il variare del punto di vista.
    L'atmosfera e i personaggi sono resi bene.
    Riesci nell'intento di incuriosire il lettore ad andare avanti nella lettura.
    Si può mettere un po' d'ordine nel dialogo al cellulare tra Mirror e i suoi due colleghi e ovviamente rimediare agli Orrori ortografici.
    Il resto funziona, non lo cambierei.
    Anch'io sono alle prese con gli esami universitari, quindi non riuscirò a visitare regolarmente, ma questo primo capitolo mi ha incuriosita, quindi con i miei tempi leggerò e commenterò anche gli altri.

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    1. Grazie per avermi seguita in questi lidi ^^

      Eh, gli orrori ortografici mi assillano a causa della mia assoluta incompetenza a leggerli se non su carta!

      Sono proprio vecchio da quanto sono analogico XD

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