mercoledì 21 marzo 2012

Nerdreamer (7 Capitolo)

La civetta del Tirreno campeggiava ormai da giorni il solito titolo: "Muore". Il giornale parlava con parossistica e feticista precisione dei delitti che ormai macchiavano la città. Nella cronaca locale invece, nelle ultime pagine, erano relegate le varie notizie dell'atteggiamento aggressivo della polizia: pestaggi, controlli ai negozi che superavano il limite del legale, fermi distribuiti con la stessa facilità con cui si regalano caramelle.
L'ufficio giudiziario era invaso da carte di denuncia, querele, così come le guardiole erano invase da sospetti più o meno tali.
Raffaele cambiava canale quando finivano a parlarne ai vari telegiornali, le mani fra i capelli, il sudore freddo. Era tutta colpa sua.
Si alzò dal tavolo da pranzo, lasciando la caprese nel piatto. Sua madre lo chiamò due volte, poi voracemente mise tutto nel proprio, scrollando le spalle.
Il ragazzo si era fiondato in camera, iniziò a cercare fra le mensole, iniziò a guardare fra i raccoglitori, ne lanciò alcuni sul pavimento.
Dopo pochi minuti trovò finalmente ciò che cercava: la scheda di Elderlands descrivente quel mostro, il colpevole del caos che imperversava nel livornesato. Gli sembrava l'osservasse di rimando, la estrasse con cura dalla custodia di plastica dove la conservava: una macchia di tè la rendeva poco comprensibile e con la scrittura che si ritrovava diventava una impresa per chiunque tranne lui.
Se la rimirò fra le mani, iniziò a leggere i vari dettagli del background stampato in un foglio a parte. Finalmente il suo maniacale istinto di conservazione dei vecchi personaggi, così inviso al suo master e amico Davide tornava utile.
Curiosando, rilesse con un po' di nostalgia l'equipaggiamento di Adrian Delapore, le pistole con il calcio d'osso, gli abiti pregiati e l'orologio da taschino d'oro; le caratteristiche fisiche, i pregi e i difetti.
Si fermò per un attimo, rilesse con attenzione: forse un modo per fermarlo c'era alla fine.

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<< Allora stasera pub?>>
<< No, guarda, non posso...sono impegnato.>>
Davide era fuori dal Bad Elf, il pub che frequentava assiduamente, il cellulare schiacciato all'orecchio sinistro, un dito nell'altro.
<< Ma dai, come impegnato?! Dai, siamo tutti qui! Non accetto un rifiuto come risposta, o giuro che ti tolgo un livello in ogni campagna...e in quelle dove non ci sono livelli ti tolgo tre ad ogni caratteristica!>>
L'altro rise al telefono, seguito a ruota anche dal master.
<< Dai, semmai passo per fare un saluto!>> disse Raffaele guardando l'orologio, si lasciarono poco dopo. Si era vestito di scuro, una felpa col cappuccio, lo zaino strapieno di cianfrusaglie.
<<Ce la posso fare...ce la posso fare...DEVO farcela.>>

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<< Certo quella A è proprio una merda!>>
<< Non essere così scurrile...però effettivamente è orrenda.>> disse Ilaria a Mattia, superata la statua da poco regalata a Livorno, eretta nel bel mezzo della ristrutturata piazza Attias.
Scoppiarono a ridere, il ragazzo in breve si fece nuovamente serio.
<< Ti voglio chiedere di nuovo scusa.>>
<< Oddio, smettila, ormai è acqua passata!>>
<< SE quegl'altri t'avessero fatto qualcosa....non so che avrei fatto.>>
<< Dai, almeno finalmente hai capito di non aver nulla da spartire con quegl'animali. Meglio tardi che mai, Mattia.>>
Stavano incamminandosi lungo via Ricasoli, guardarono le vetrine con attenzione. Si fermarono di fronte ad un negozio di vestiti parlando fittamente.
Poi udirono uno strano rumore, una musica nostalgica, il ragazzo iniziando a guardarsi intorno, ma senza trovarne la fonte.
<< Ma che caz?>>  disse poco prima di ricordarsi dove l'aveva già sentita. Ilaria gli si avvicinò, gli posò una mano sulla spalla, bianca in volto.
<< Non mi sento bene...mi sento svenire.>>
Da li a breve entrambi caddero a terra dopo aver perso conoscenza.
L'agente Delapore, uscito dalle ombre, s'avvicinò col flauto ancora fra le labbra. Smise di suonare soltanto quando ebbe entrambi ai suoi piedi.
<< Ed ecco l'ultima. Ragazzo mio, ti sveglierai in un mondo nuovo, la tua amica sarà l'ultimo sacrificio. Presto saremo aldilà del bene e del male, tutti noi.>>
Iniziò a ridere, alzando gli occhi al cielo, follemente.
Non si era accorto che all'imboccatura della strada c'erano due persone: Raffaele e Nerdrimer stavano correndo verso di lui.
<< Come...come facevi a saperlo?>> chiese il ragazzo al mezz'elfo.
<< Non lo sapevo. Ma sono uno che attira i guai come il miele le api.>>

1 commento:

  1. Ed eccomi di nuovo qui a commentare, anche se non proprio puntuale (ultimamente riesco a stare poco al computer, causa congiuntivite allergica).
    Qualche refuso qui e là, ma nel complesso il capitolo si legge bene.
    Mi piace la frase finale di risposta. Troppo azzeccata!

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