sabato 21 aprile 2012

Cavaliere Rosso- Inizio

Era da un po' che avevo un blocco dello scribacchino, oggi mi sono riuscito a riprendere....
Spero vogliate seguirmi in questo mio piccolo viaggio negli USA!


Il suono irritante della sveglia lo costrinse ad alzarsi, fece per spegnarla ma non riuscì nel buio della camera. Dopo pochi istanti e aver aperto la finestra, il congegno diabolico, ancora squillante, fece il suo primo viaggio in volo nel giardino.
Adam si avviò verso il bagno, sua moglie si era già alzata per preparare la colazione e l'odore di uova e bacon sfrigolante già si spandeva per la casa. I suoi mostriciattoli si sarebbero presto alzati affamati, quindi doveva rendersi presentabile, come si conviene ad ogni padre.
Si fece una veloce doccia, cinque minuti cronometrati com'era d'obbligo durante la guerra, iniziò a radersi la barba.
Dopo essersi asciugato la mani dalla schiuma accese la radio, cercando uno dei telegiornali. Alla prima trovò il segnale orario.
<<Sono le 06:00 del nove luglio...>>.
Immediatamente iniziò a cercare la sua stazione radio preferita, giungendoci in poco tempo, anche se la si sentiva molto male. Interferenze probabilmente.
<< Sono passati due anni dalla fine della guerra e il presidente Truman ha avuto come unica idea di dare i soldi dei contribuenti ai crucchi e ai mangiaspaghetti! Potevo capire darli agli inglesi, un po' meno ai francesi, ma ai nemici proprio no! Tutto questo mentre l'Unione Sovietica, Iddio la faccia sprofondare nelle acque, sghignazza e accumula armi e cannoni! Il mio cuore repubblicano e americano si indegna...>>
Adam spense la radio, finì di farsi la barba e si sistemò i capelli biondi all'indietro, passandoci sopra della brillantina.
Finito di vestirsi in giacca e cravatta, si diresse in cucina dove il resto della famiglia si stava disponendo in torno al tavolo. L'odore del bacon era il predominante, anche se si sentiva un poco quello di bruciato.
<< Cosa darei per un poco di pesce affumicato...>> disse il piccolo Tim spostando le uova con la forchetta, in un sussurro in russo.
Il padre lo guardò con fare severo.
<< In questa casa non si fanno capricci, Tim.>> disse ponendo particolare attenzione sul nome del ragazzo, il quale compreso l'appunto paterno si mise a sedere in maniera più composta e iniziò a mangiare tutto quello che c'era nel piatto.
<< Papà, oggi che impegni hai?>> chiese Mary, la figlia più grande, mentre si sistemava i boccoli biondi passandoci le dita, accentuandoli. Si truccava forse un po' troppo per essere una ragazza di sedici anni, ma con assenso paterno si struccò completamente dopo poco.
<< Come sempre continuerò a fare il mio lavoro da venditore fino a sera. Oggi poi dovrebbero venire quelli della base, della RAAF, a vedere qualche autovettura. Pare che il generale voglia comprare qualcosa di speciale a sua moglie.>>
<< Ti faranno vedere la base?>> chiese con trasporto Eva, sua moglie, voltandosi verso di lui dopo aver salutato dalla finestra una delle sue vicine impegnate nel giardinaggio.
<< Non saprei, ma non credo.>>
L'umore nella cucina si fece più mogio, l'unico rumore fu quello del masticare.
<< Dovete aver pazienza. Dobbiamo tutti svolgere il nostro ruolo nel migliore dei modi, no?>>
Fu Mary a parlare per prima, gli occhi seri, forse troppo per una ragazza così giovane.
<< Penso di parlare per tutti quando dico che a volte...lo stress della giornata ci colpisce duramente.>>
Adam si alzò, prese una mela rossa e iniziò a lucidarla sulla giacca, avvicinandosi alla figlia per scarruffarle i capelli. Le prese il mento con la sinistra e la guardò negli occhi, poi guardò tutti gli altri membri della sua famiglia.
<< Pensate per me non sia lo stesso. Ma ogni volta che ho nostalgia, penso al dovere. E al colore della nostra bandiera.>>
Prima d'uscire posò la mela rossa, splendente, al centro del tavolo.

3 commenti:

  1. oddio, non so se era questo l'intento, ma il discorsetto alla radio era divertentissimo :D

    Il mio cuore repubblicano e americano si indIgna...

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  2. Il commento radiofonico è veristico, gli americani erano effettivamente infastiditi per gli aiuti postbellici all'Italia ex fascista e alla Germania ex nazista.

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  3. Diciamo che il commento alla radio era quasi "citazionistico": agli americani medi effettivamente stonava, dava fastidio aiutare il perdente, ma Truman fu molto lungimirante, evitando così l'insorgere di un Quarto Reich e un Nuovo Fascismo (d'altronde era stata l'estrema durezza a rendere infetta la ferita della sconfitta nella Grande Guerra).

    Il politico alla radio me lo sono immaginato come il commentatore repubblicano che ogni tanto infesta le puntate dei Simpson quando si parla di politica XD

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