Era da un po' che non scrivevo, spero vi piaccia ^^
---------------------------------------------------------------
La coppia di spie uscì dalla casa
dopo aver preso le dovute precauzioni:controllarono e rifornirono le loro armi,
nascosero opportunamente ciò che non potevano portare con loro e bruciarono le
prove troppo compromettenti che avevano
in casa. Prima di dirigersi di corsa
verso il pick up controllarono più volte l'esterno. Una volta entrati,tirati su
i finestrini e chiuse bene le portiere, si guardarono. Eva aveva l'aria
preoccupata, Adam pareva avere il ghiaccio negli occhi.
<<Dici che stanno
bene?>>
<< Ovvio, sono i nostri
ragazzi, no?>> rispose cercando di alzare il morale Adam, riuscendo
soltanto ad incupire l'altra: la manfrina della famiglia sembrava non farle
assolutamente effetto. Smise di guardarlo, iniziò ad osservare il panorama
della città nel più totale caos mentre si spostavano con la Chevrolet. Alcuni
degli invasati sembravano quasi ululare contro le vittime: la maggior parte era
evidentemente morta, eppure continuava a muoversi ed uccidere.
Lei poi iniziò a parlare in
russo.
<< Ti prego, almeno adesso
no. Altrimenti, giuro mi metto ad urlare!>>
<<Smettila subito! Se
qualcuno ti sentisse...>> disse l'agente sovietico a bassa voce,
prendendole il braccio e fissandola dritta negli occhi, distogliendo
l'attenzione dalla strada. L'altra iniziò a piangere, il bel volto rigato dalle
lacrime di trucco.
<< Mentre sono tutti
impazziti? Mentre degli invasati vanno in giro a MANGIARE come cannibali tutti
quegli che gli sono vicini? E' già tanto che non appaia un qualche
alieno!>>
Avevano da poco pronunciato
quelle parole, quando Adam, con la coda dell'occhio vide qualcosa di verde in
mezzo alla strada. Si voltò immediatamente, sterzò con violenza per evitarlo,
riuscendo a mancarlo, qualunque cosa
fosse. Per via della frenata la macchina si spense, entrambi voltarono le teste
per vede cosa fosse.
Era un soldato, la divisa verde
militare strappata in più punti, si teneva il braccio destro visibilmente
ferito. Si avvicinò velocemente, nonostante le ferite. Chiese aiuto con un filo
di voce. Per qualche secondo entrambi si guardarono, gli dissero di mettersi
dietro, sul pick up.
Continuarono ad andare con la
macchina, furono costretti a fare delle deviazioni dal caos imperante: lampioni
caduti per strada, panchine, automobili e molto altro ostruivano i passaggi.
Dopo qualche minuto, trovarono un
posto di blocco dell'esercito. Gli venne imposto di fermarsi.
Adam e Eva si guardarono
nuovamente e il primo, con un sospiro iniziò a decelerare. Abbassò il
finestrino della Chevrolet.
<< Abbiamo un ferito a
bordo! Uno dei vostri!>>
I soldati circondarono l'auto, le
armi in pugno, li fecero uscire. Un ufficiale, il volto coperto da una maschera
anti-gas si sporse per vedere il commilitone ferito, fece arrivare dei dottori
con alcuni barellieri. I dottori controllarono se avesse ferite visibili.
<< Non sembra abbia alcun
morso.>>
<<Allora portatelo in
infermeria.>> disse l'ufficiale, voltandosi poi verso la coppia. <<
Devo ringraziarvi, non tutti avrebbero avuto il cuore di salvare quell'uomo.>>
I due sorrisero, Adam si portò la
destra alla nuca.
<< Era dovere, uno dei
ragazzi che difende lo zio Sam...>> disse ridacchiando un poco,
nervosamente.
<< Seguitemi, suppongo
abbiate voglia di riposo e qualcosa di caldo da bere...>>
Quasi non aveva neppure finito di
dire quelle parole che, in lontananza, una piccola folla apparve all'orizzonte.
Iniziarono ad avvicinarsi quasi fossero un branco.
I volti contratti in smorfie
crudeli, le vesti sporche di sangue, le ferite aperte li identificarono
immediatamente come nemici. L'ufficiale fece cenno ad Adam di allontanarsi, poi
iniziò ad urlare ordini.
<< Mantenete la posizione,
mirate alle gambe.>>
Il gruppo di invasati non si fece
attendere, iniziarono a correre. Erano strani: alcuni correvano come atleti,
quasi controllassero il fiato, altri scomposti, come animali, arrivando persino
a mettersi a volte a quattro zampe. La maggior parte aveva tremende ferite in
tutto il corpo, già morti eppure crudelmente in cerca della vita altrui. Gli
occhi vitrei non trasmettevano altra emozione se non la fame. Qualcosa di
primordiale, di fuori da ogni logica.
I soldati aprirono il fuoco sulla
prima linea, che si ritrovò le gambe spezzate. Molti caddero, alcuni
continuarono imperterriti. Le retrovie avanzarono ignorando i caduti che
nonostante tutto continuavano a muoversi facendo forza sulle braccia. Le unghie
cedettero a molti, altro sangue sporcò le strade.
L'ufficiale gridò di andare in
ritirata, d'avvicinarsi alle barricate. Solo in quel momento notò che uno dei
barellieri gli si stava avvicinando con la bocca aperta, gli occhi iniettati di
sangue. Gli sparò addosso un caricatore intero, riuscendo ad impedirgli di
morderlo, facendolo cadere a terra. Poco
più indietro, notò che all'infermeria da campo era scoppiato il caos, uno dei
dottori aveva iniziato a uccidere i pazienti e i barellieri, nessuno riusciva a
fermarlo.
<< Ritirata,
ritirata!!!>> iniziò ad urlare mentre il suo gruppo era ormai stretto,
come ferro fra incudine e martello, fra due gruppi di invasati. Fu un massacro.
Adam e Eva tornarono sul loro
pick up, l'ufficiale li seguì lesto.
Furono gli unici a sopravvivere, i
soli a scappare in tempo.
<< Dannazione, l'infezione
è più tremenda di quanto c'avessero detto.>>
Le due spie sovietiche sentirono
le parole pronunciate dal militare, Adam inarcò un sopracciglio.
<< Forse è meglio se ci
dici tutto...a proposito, io mi chiamo Adam, lei è mia moglie Eva.>>
<< Io non posso dirvi il
mio nome. Ma chiamatemi pure Al.>>
Il silenzio si poteva tagliare
con una baionetta, ma nessuno disse niente per ben più di qualche minuto. Fu
l'ufficiale ad iniziare a parlare.
<< Nessuno di voi due ha
ferite, vero?>>
<< No. Non siamo stati
morsi.>>
<< Neppure io.>>
disse con la voce ovattata dalla maschera antigas il militare che aveva rotto
il silenzio. Li guardò un attimo attentamente.
<< Non vi dolgono le
orecchie, non avete problemi all'udito vero?>>
Eva lo guardò stranito, inarcò un
sopracciglio.
<< Gli infetti si
riconoscono così all'inizio. Sentono qualcosa di non scientificamente udibile.
Una voce...o forse un richiamo.>>
le due spie sovietiche cominciano a starmi simpatiche ^_^ ma anche l'ufficiale mascherato ha il suo fascino: maschere antigas docet
RispondiElimina